Il Consultorio La Famiglia, attraverso il suo centro culturale, lo scorso lunedì 9 maggio ha mandato in onda un’intervista a Rosaria Redaelli, che ha messo a tema le domande dei più piccoli rispetto a “come nascono i bambini”. Il dialogo della nostra ostetrica ha trovato il suo centro nei quesiti che figli pongono ai genitori e ha voluto sottolineare il fatto che, se i bambini esprimono ad alta voce domande spesso complesse, sta alla loro mamma e al loro papà “decodificarle”, per cogliere qual è realmente il senso di ciò che li interroga.
Proprio per questa consapevolezza, il filo rosso della serata sono diventate le relazioni educative tra genitori e i figli, come esito naturale di un rapporto sano tra questi due poli.
Rosaria ha da subito sottolineato che rispondere a interrogativi rispetto all’affettività è una sfida importante per il mondo in cui viviamo, in cui messaggi di natura sessuale provengono quotidianamente dalle televisioni e dalle pubblicità tradizionali, così come dai nuovi media.
A queste comunicazioni i nostri bambini possono purtroppo accedere con molta facilità e ciò rende necessario che nella relazione genitori-figli non manchi mai un confronto adeguato all'età.
In altre parole, ai genitori è chiesto di saper cogliere qual è il momento giusto per poter affrontare adeguatamente il tema: infatti, non è detto che tutti i dubbi debbano essere affrontati sempre, totalmente, ma ogni tappa di crescita dei bambini rivela alcuni loro interrogativi caratteristici, che richiedono di conseguenza il “giusto” livello di risposta.
I genitori non devono spaventarsi né sentirsi affatto smarriti, perché, nella loro “missione”, possono avvalersi dell’aiuto di alleati. Piuttosto la sfida per ogni mamma e papà oggi è rappresentata proprio dal saper scegliere, con una grande attenzione, con chi “fare sponda”.
Per questo il Consultorio ha desiderato proporre questa videoconferenza e coinvolgere in prima persona Rosaria, una professionista, un’amica che moltissimi utenti conoscono, perché ha seguito e segue tante mamme e altrettanti percorsi nascita.
Rosaria è sembrata da subito “l’alleata giusta” perché per lei parlare di questioni affettivo-sessuali significa guardare in faccia il senso della vita, l’origine dell’esistenza.
Infatti, Rosi, ostetrica di comunità da diversi anni, ha sempre provato ammirazione, meraviglia e stupore verso il modo di esprimersi dei più piccoli e proprio da questo punto ha desiderato dare avvio al percorso: dall’introduzione di ogni creatura alla consapevolezza della sua Bellezza.
Ogni essere vivente, maschile o femminile, nasce con un Io e viene al mondo perché questo piccolo Io che si incarna è il frutto di un amore che precede ogni essere umano.
Rosaria ha provocato il pubblico chiedendo a ciascuno: “Come vi sentite in questo momento in cui io dico che ognuno di noi è frutto di un amore che ci precede?”
“Ecco questo sentimento di accoglienza, di Bene è ciò che la nostra ostetrica desidera che passi nella relazione coi bambini, anche in quelli che lei incontra durante gli incontri sull’affettività che lei stessa tiene in molte scuole di Milano e di Monza-Brianza.
Durante la videoconferenza, Rosaria ha chiesto anche ai genitori di ripensare al momento in cui hanno guardato i loro bambini per la prima volta dopo la loro nascita, li ha invitati a pensare alle loro creature e al primo sguardo che hanno posato su di loro.
In questo modo, l’ostetrica ha sottolineato che educare all'affettività e alla sessualità i loro figli significa mantenere su di loro il primo modo di osservarli con il quale li hanno abbracciati tutti nell’istante in cui sono venuti alla luce.
La consapevolezza sulle questioni affettivo-sessuali è quella che tutti i genitori devono raggiungere perché ogni papà e ogni mamma educa attraverso tutta la sua vita quotidiana, insegna tramite una gestualità in cui si ritrova tutta l’accoglienza verso la sua creatura, femminile o maschile, con l'identità sessuale che questa si porta dentro.
Per questo le “vere domande dei bambini” non devono essere affrontate in via generica, al contrario, vanno sostenute a partire dalla storia di ciascun piccolo essere vivente, che si pone di fronte all’adulto per cercarne l’autorità.La società contemporanea spesso spinge a trattare i bambini come già-adulti e quindi a tralasciare alcuni passaggi, alcuni loro “livelli di crescita”, che invece devono essere percorsi nella loro interezza.
Ma, allora, la famiglia e gli educatori come possono guardare alla realtà così come lo vedono i bambini, ovvero con gli occhi di una naturale curiosità? Come possono partire dal punto di vista dei più piccoli e dalla loro esperienza?E’ sufficiente tenere a mente qualche assunto: che i bambini sono molto concreti e che i bambini non sono mai dei mini-adulti. E’ sempre necessario stare sul piano dei più piccoli, per vedere il mondo coi i loro occhi e per stare alla loro domande.
Molto spesso, poi, le risposte giuste stanno all’interno di ulteriori interrogazioni.
I genitori, allora, non devono avere la preoccupazione di sapere tutto, al contrario non possono permettersi di smettere di guardare il mondo coi gli occhi dei loro figli.
“Se non diventerete come bambini…”ci insegna il Vangelo di Matteo. Che aggiunge “chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande…”.
Allora, l’educazione all’affettività diventa la chiave per accedere alla libertà e alla verità. L’educazione, dunque, non è mai superflua.