L’educazione è un diritto e noi genitori lo sappiamo bene, non qualcosa da difendere ma prima di tutto da affermare. La cultura non è questione astratta ma è strumento che plasma la persona, il bambino anche appena nato. Non è questione di anni, di età ma di posizione umana e noi genitori lo sappiamo bene. Affermare il diritto alla cultura, che è un diritto personale ma anche di un popolo, è affermare il diritto all’educazione in un clima di pluralismo culturale. Dove si impara la democrazia e il dialogo effettivo se non in famiglia che è da sempre il luogo delle diversità fondamentali in cui l’uomo nasce? Noi genitori siamo depositari di questo compito che non è da “grandi” o per “grandi” ma è posizione umana dignitosa in un clima di sbandamento generale. Occorre imparare il linguaggio che porta al cuore della dialettica democratica unica strada per un reale pluralismo che lavori per valorizzare le differenze contro discriminazioni striscianti e banali.