L'ombra del Padre

L’ombra del Padre è un romanzo incentrato sulla Sacra Famiglia in cui le vicende narrate sono presentate con gli occhi e i sentimenti di San Giuseppe. Cosa significa essere padre? Cosa vuol dire prendersi cura di un figlio? Cos’è l’amore?Sono interrogativi profondi e non sono i soli che si celano dietro alla lettura di queste pagine; non è solo un libro religioso ma è un libro sulla paternità, di cui tanto ha bisogno questo mondo; a fine 2020, mosso dalla consapevolezza di questa mancanza, il Santo Padre stesso ha istituito e inaugurato l’anno di San Giuseppe padre di Gesù: «Lo scrittore polacco Jan Dobraczyński, nel suo libro L’ombra del Padre, ha narrato in forma di romanzo la vita di San Giuseppe. Con la suggestiva immagine dell’ombra definisce la figura di Giuseppe, che nei confronti di Gesù è l’ombra sulla terra del Padre Celeste: lo custodisce, lo protegge, non si stacca mai da Lui per seguire i suoi passi. Pensiamo a ciò che Mosè ricorda a Israele: “Nel deserto […] hai visto come il Signore, tuo Dio, ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il cammino” (Dt 1,31). Così Giuseppe ha esercitato la paternità per tutta la sua vita […]. Il mondo ha bisogno di padri» (Francesco, Lettera Apostolica Patris Corde, 8 dicembre 2020).
 
La paternità di Giuseppe è un caso unico nella storia dell’umanità, è il solo che nei millenni è stato scelto come padre putativo del Figlio di Dio: come reagisce di fronte a questa elezione? La paternità del santo non inizia con la nascita di Cristo, tanto che buona parte del romanzo è incentrata sugli anni prima del censimento a Betlemme, quanto piuttosto al rapporto con Maria, ai problemi della loro famiglia, alla bellezza del loro rapporto, senza omettere la fatica della rinuncia a viverlo in un modo diverso da come immaginava, fatto narrato sapientemente, presentando anche la loro sofferenza e il loro amore. Non è solo un romanzo che parla dell’attesa di un Bambino, ma anche un libro che parla del rapporto di coppia al suo livello più alto e puro (dove purezza non è sinonimo di mancanza di qualche cosa, come il rapporto fisico, ma piuttosto è la natura e la densità del loro rapporto che discende direttamente dal legame di ciascuno dei due con Dio).
 
Il fatto più significativo è che Giuseppe viene subito presentato come un uomo in attesa di qualche cosa: lui attende, ma non sa che cosa. Questa sua attesa sarà compiuta con la conoscenza di Miriam, donna per la quale prova subito un sentimento d’amore vero e puro: quello che attendeva era una persona, che non solo compie il suo desiderio ma lo eccede. Ed è proprio a questo che Dio gli chiede di rinunciare, in funzione del Suo Regno. È una rinuncia che diventa palese quando, tornata dal viaggio verso Ebron (secondo la tradizione il paese dove stava Elisabetta, madre di Giovanni il Battista) Maria rivela di essere incinta. A Giuseppe viene chiesto di essere padre di un figlio non suo e di rinunciare a colei che, inconsapevolmente, ha sempre aspettato, prendendola presso di sé in un modo totalmente diverso: «Aveva pregato tante volte nella vita: Rivelami, Signore, la Tua volontà, indicami quel che devo fare. Attenderò paziente il tuo comando... Aveva atteso tanti anni. Gli pareva di sapere che cosa stesse aspettando. Quello che attendeva era giunto. Ma al contempo aveva superato le sue aspettative. Si trovava al cospetto di qualcosa di così enorme, che gli pareva che quell’enormità lo schiacciasse. Lo prese il timore. Ma in quello sbigottimento una cosa sapeva: c’era la felicità di poter tornare da Miriam» (cap 17).
 
Essere padre, essere ombra. Essere l’ombra del Padre. Si potrebbe riassumere così il travaglio interiore di Giuseppe, padre putativo del Bambino, che si preoccupa di ogni suo bisogno, contribuendo alla sua educazione. Per Lui ha rinunciato a tutto, a una vita tranquilla, alla famiglia, a un certo modo di vivere la relazione con sua moglie e persino alla sua stirpe: Giuseppe, infatti, è discendente diretto del re Davide e sarà costretto a vendere l’anello simbolo del suo legame con l’antico regnante pur di dare gloria a Dio e aiuto alla famiglia.
A Giuseppe non viene chiesto uno sforzo più o meno grande ma gli viene chiesto tutto, persino sé stesso: «Adesso so che cosa mi hai ordinato di attendere. Chi mai sono io, per osare ribellarmi? Poiché Tu esigi che io abbia una moglie che non sarà mia moglie, e un figlio per il quale dovrò essere padre, anche se padre non sono, che accada conformemente alla Tua volontà. che sia come tu vuoi» (cap 17).
 
Cosa vuol dire essere padre? Una domanda la cui risposta sta nelle righe dell’esistenza di tanti uomini e anche nella storia di San Giuseppe, protettore dei papà, il santo silenzioso del Vangelo.Il romanzo contiene tanti piccoli tesori e ogni pagina è preziosa, è impossibile riassumere tanta ricchezza in poche righe; non viene narrata la storia “ufficiale” della Sacra Famiglia, ma è un aiuto decisivo per immedesimarsi in quel tempo e in quei luoghi, un contributo a tenere l’Avvenimento cristiano dove effettivamente è iniziato: dentro l’orizzonte della storia.