Descrivere i pregi e i difetti di una famiglia, è questa la sfida (riuscita) del film d’animazione Gli Incredibili – una “normale” famiglia di supereroi, uscito nel 2004 nelle sale e che vale la pena di riguardare o di conoscere (c’è inoltre un sequel, uscito nel 2018); dopo aver presentato la vita “super” dei protagonisti, Mr. Incredibile (alias Bob) ed Elastic Girl (alias Hellen), la storia prosegue focalizzandosi sulla coppia che, costretta dal governo, è costretta ad abbandonare l’identità segreta per proseguire la propria vita nell’anonimato e nella normalità. I personaggi sono “super”, ma le difficoltà che incontrano sono quelle di qualsiasi persona: un lavoro frustrante, la complessità di crescere tre figli, il rapporto coniugale messo a dura prova; nulla di tutto quanto concerne le difficoltà familiari è lasciato da parte, per questo è un film che i bambini sapranno gustare ma nel quale si riconosceranno anche gli adulti.
In particolare Bob non riesce a vivere una vita fatta di normalità, è parecchio frustrato per il suo noioso lavoro da impiegato di una compagnia di assicurazioni, dove non riesce ad aiutare i suoi clienti come vorrebbe, costretto tra l’asfissiante presenza del capo, che cura gli interessi dell’azienda e le lacrime dell’anziana di turno che non sa come andare avanti senza i soldi che la compagnia non le riconosce: salvare il mondo «una pratica alla volta», come suggerito da Hellen, sembra non bastagli, nonostante le parole della moglie racchiudano messaggi fortemente educativi per lui e per i figli: chi l’ha detto che l’eroismo passi dalle azioni straordinarie e non da quelle quotidiane, piccole e buone?
In una scena di trenta secondi Bob spiegherà all’anziana come districarsi in mezzo a tutta l’opprimente burocrazia che le impedisce di ricevere il denaro che le spetta: l’altro messaggio nascosto di quelle poche parole di Hellen è che non bisogna per forza essere “super” per poter essere eroi.
Per buona parte del film Bob rimpiangerà i fasti di Mr. Incredibile, sentirà il dolce sapore dei tempi che furono e l’occasione per far tornare attuali quei tempi metterà in crisi il suo legame matrimoniale (che dopo un primo momento di grande exploit precipiterà violentemente a terra, dato che l’uscita dal suo stato di frustrazione è basato su una bugia detta alla moglie) e la vita stessa della sua famiglia. Famiglia che è alle prese con l’educazione di una figlia adolescente alla prima cotta (Violetta), un ragazzino delle elementari vivace e competitivo (Flash), che deve ancora imparare come e quando usare i suoi poteri e con il piccolo Jack Jack, neonato e bisognoso d’attenzioni.
Come si vede in una cena a inizio film, i rapporti tra i membri non escludono le difficoltà che ognuno di loro ha incontrato, nonostante abbiano i superpoteri: Bob è depresso per il lavoro e non fa che pensare al suo alter ego, Mister Incredibile, Flash e Violetta continuano a litigare, Hellen è alle prese con Jack Jack e allo stesso tempo deve tenere a bada gli altri due figli senza essere aiutata dal marito. Il film è anche l’esaltazione del ruolo della mamma, vero collante della famiglia: c’è quando i figli litigano e quando si sentono abbandonati, li sgrida quando deve e li conforta quando ne hanno bisogno, è presente quando pensa che il marito la tradisca, vola da lui quando deve salvarlo e ha il tempo di sentire la baby sitter quando scopre che Flash e Violetta hanno lasciato Jack Jack a casa con un’estranea per seguirla.
La famiglia è il centro della vicenda, è una storia di litigi, incomprensioni ma, soprattutto, di perdono, di coraggio e di unione: i protagonisti sono legati gli uni agli altri per nient’altro che per il loro legame familiare, lato che emerge soprattutto nei momenti più tesi, quando si rischia la vita e ogni litigio e incomprensione improvvisamente appare per quello che è: una cosa minuscola rispetto alla relazione che vivono.
Non a caso il primo vero momento di unità tra i due fratelli è quando Flash prende a pugni un cattivo che minaccia Violetta: «Lascia stare mia sorella!». Non sono andati d’accordo per tutto il film, ma nulla di questo può togliere il fatto che Violetta è sua sorella e lui, come fratello, non può far altro che andare in suo soccorso.
Allo stesso modo Bob, assetato dell’avventura di cui si nutriva fino a qualche tempo prima, è portato a riconoscere l’unità di questa famiglia “normale” e, per questo, straordinaria, ammettendo che «voi siete la mia più grande avventura». È un percorso di alti e bassi, condito da errori e da bugie, da frustrazioni e senso di inutilità, ma tutti questi fattori negativi non fanno altro che esaltare quello che i protagonisti sono: una famiglia. Un ultimo aspetto comico si vede con un classico delle gite familiari: gli Incredibili devono andare a combattere il cattivo, Sindrome, e per farlo devono scegliere che uscita prendere dall’autostrada: dopo essersi ritrovati ed uniti più di prima e dopo tutte le avventure passate, Bob ed Hellen sono ancora capaci di litigare per un’uscita autostradale, che dovrebbe essere l’ultimo dei problemi rispetto alla minaccia che devono combattere.
Eppure anche questo fa parte dell’essere famiglia.