Ieri passeggiando per un paesino di montagna ho incontrato una mamma con la sua bambina nel passeggino che stava chiacchierando con un’altra mamma con un bambino che teneva stretto con la propria mano. Mi sono fermata a guardarli e il piccolo mi ha salutata, allora gli ho chiesto il suo nome e con sorpresa mi risponde la bambina e mi informa del nome del bambino che precisa essere il suo migliore amico alla scuola dell'infanzia.
Poi con un furbesco ma meraviglioso sorriso chiude a qualsiasi altra domanda.
Una “ scenetta” fantastica con al centro il desiderio di quella bambina di “presentarmi” lei il suo amico ma ancor più di “definirlo” suo migliore amico, fatto molto più importante della mia curiosità di sapere il suo nome.
Ciò mi ha fatto riflettere quanto l’esperienza dei luoghi educativi come sono le scuole dell'infanzia sia per i nostri bambini esperienza esistenziale. Sì, la parola giusta è esistenziale, anche se parliamo di bambini di tre anni, infatti la coscienza di sé e del rapporto relazionale con gli altri a volte è molto più netto tra i bambini che tra gli adulti, un po’ ingabbiati dentro schemi e formalismi.
Le scuole sono luoghi, terreni dove sperimentare relazioni, interessi, percorsi … essenziali per ogni bambino per potersi fidare dell’altro. I bambini non vivono solo di teorie ma di sperimentazioni, di vita reale, dove poter misurare ciò di cui sono fatti. Un richiamo delizioso al vivere con intensità anche incontri all’apparenza inutili, non significativi ma secondo il nostro metro di giudizio ma non secondo una concezione della vita che “ci è stata donata” e non l’abbiamo costruita noi.
I bambini, tutti, ti aiutano a vivere la vita con intensità, che non significa fare tante cose ma scoprire e gustare le piccole cose di ogni giorno come in un grande gioco.
Dimenticavo: la bambina si chiama Marta e il bambino Matteo.